Mandir il circense

[Non è una missione... almeno per ora]

Il nano aveva varcato le porte della città con un sorriso beffardo, già conscio di come avrebbe impiegato i prossimi minuti. Si diresse tra i vicoli della città in direzione della piazza principale. La città era cambiata, qualcosa mancava in quello che ricordava. Giunto in loco si voltò attorno e quindi sorrise ai piccoli che lo osservavano incuriositi. La sua barba rossa e blu, i suoi capelli elettrizzati e il suo vestito arlecchino certo non passavano inosservati.
Quando tutti gli si erano fatti attorno in attesa di non so cosa, egli sbattè le mani provocando un grosso botto e si sopraelevò levitando in aria. Dai suoi piedi fuoriuscì un fumo rosa, ed egli esplose in una risata di felicità. la gente però non apprezzò questa sua azione e inpaurita iniziò a scappare. Quando il fumo si esaurì alle sue spalle era nata una tenda e davanti ai suoi occhi vi era il deserto.
"Oh.... Questa poi non me l'aspettavo..." commentò rattristato alla vista.

"Ehi... non abbiate paura! Era solo un trucchetto!" urlò per sovrastare la musica che la tenda produceva.
Un volto fanciullesco fece capolino da dietro un vetro, il nano lo guardò interessato e vedendosi osservato gli fece cenno di avvicinarsi. Il bambino, che avrà avuto si o no 5 anni, non se lo fece ripetere 2 volte e corse verso di lui con un volto felice.
"Pignore nano... voglio un cagnolino!" gli disse speranzoso l'umano
"Ohh certo che si piccolo mio" gli rispose buffamente il nano che agitando le mani creò una bolla che poi avvolse e piegò a piacere per ottenere la figura desiderata.

"Eccolo qua"
Il bambino lo esservò attonito, ma poi il suo viso si crucciò, abbassò le labbra e un accenno di lacrima gli si creò sugli occhi
"Io volevo un cagnolino...." bisbigliò tremolante. Solo allora il nano si accorse che la sua creazione non era un cane ma un orco.

Il nano lanciò così la sua creazione alle spalle e mentre ancora era in aria, esplose in diversi coriandoli. Subito egli si rimise al lavoro e questa volta, facendo attenzione, creò il cagnolino per il bambino che ne gioì subito stringendolo forte ed iniziando ad imitarne il verso.
Modrin ne fu ovviamente felice e vedendo anche il leprecauno avvicinarsi spalancò le braccia e lo accolse festivo
"Ohilalà. Chi abbimao qui... il re di tutti folletti! Cosa desidera vostra maestà?"

Il nano non fece alcuna opposizione e con tranquillità rispose alle richieste.
"Io sono Mandir, del clan Koral. Sono un membro della vasta famiglia circense e sono qui per portarvi gioia e allegria. guarda qua!"

Il circense prese dalle tasche un tubetto di ferro cavo e un fazzoletto. Pose il tubo avvolto nel fazzoletto e poi lo buttò a terra. Il tubo non fece rumore.
"Chissà dove sarà finito..."

"Chissà dovè quel tubetto... uhmmm" il nano pensoso iniziò a grattarsi la barba e fare con essa alcune trecce che all'apertura delle dita tornavano normali. Solo dopo poco misa si accorse che dalla barba strofinata sembrava scendere una limatura metallica che ricadendo sul fazzoletto sembrava produrre una figura.
"Oh ecco dovè!"
Sul fazzoletto si disegnò un cappello uguale a quello del leprecauno, così che il nano dolcemente si porse verso di lui per toccargli il berretto.

"Oh, mi scusi tanto signorina... non volevo fare nulla di male. Cercavo solo di recuperare il mio tubicino. Se non vi fidate di me potete prenderlo anche voi, tanto è all'interno del suo cappello..."
rispose il nano cortesemente.
"Però comunque vi pregherei di ridarmelo o altri clienti non potranno gioire di questo numero"
Nel mentre attorno a loro si era formata una piccola folla ricca di bambini e genitori, tutti curiosi di vedere se veramente è li sotto il tubo.

Il tubo non comparve tra lo sguardo allibito e un po deluso dei presenti. Il cappello restava nella sua bocca, stretto, mentre il povero nanerottolo borbottò in lingua ignota verso l'essere.
Il nano gli osservò sicuro di sè. Vedendo lo sguardo dei presenti li rincuorò con poche parole.
"Non temete... il tubo c'è ancora"

Detto questo, rivolgendosi a Mefisto, gli domandò portando una mano sotto l'apertura del cappello:
"Apri quella bocca, o non avremo nessuna sorpresa"

Non appena aprì bocca il tubo cadde dal cappello, ma non era lo stesso tubo visto prima. Questo apparso era colorato di un rosso acceso, un rosso fuoco.
Il nano fu un attimo perplesso alla vista ma per stare al gioco lo raccolse subito mostrandolo al pubblico che subito si mise ad applaudire.
Non contento, il nano girò il tubo che creò una fumana scura. Un materiale melmoso fuoriuscì da esso dando quasi l'effetto della lava.

"Accidenti, anche questa volta..." mugugnò il nano senza farsi sentire e sorridendo di circostanza.