Lilith

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Aily
view post Posted on 7/2/2005, 13:58




La grande, potente, sensualissima Lilitu mesopotamica, era una diavolessa che, in compagnia della consorella Ardat-Lili e del dèmone Lilu, formava una potentissima triade.
La radice comune del nome dei tre dèmoni era lil, che significava spirito, soffio, vento.
Erano tutti e tre dèmoni aerei, apportatori di tempeste; Lilitu e Ardat-Lili, in particolare, sovrintendevano alle tempeste dei sensi, perché erano dèmoni femmine della lussuria.
Esse colpivano durante la notte gli uomini sposati, ispirando loro violenti desideri sessuali, senza mai soddisfarli. Le due diavolesse non risparmiavano neppure i bambini, ma questi, essendo impuberi, non potevano essere fagocitati da loro, ed allora Lilitu li soffocava nel sonno, mentre Ardat-Lili li rapiva, mentre erano addormentati, e poi li divorava.
Lilitu e Ardat-Lili non conoscevano il piacere dell’abbandono fisico, per questo motivo, anche se libidinosissime, erano dette vergini: non avevano mai amato, né avevano mai concepito, e le loro mammelle non avevano mai dato il latte. La loro lussuria aveva il solo scopo del godimento fine a se stesso, era quindi sterile ed esse, pur bramandolo e sollecitando l’uomo a questo scopo, non ne erano mai appagate: erano autentiche vampire del sesso. Ma, nello stesso tempo, erano anche ribelli alla condizione matrimoniale e alla procreazione, una sorta di femministe estreme ante litteram.
Si potrebbe pensare che le due diavolesse fossero repellenti, viste le loro attribuzioni; invece le raffigurazioni pittoriche e scultoree hanno tramandato, attraverso i secoli, l’immagine di donne seducenti.
In un altorilievo babilonese in pietra Ardat-Lili è rappresentata completamente nuda, giovane e bella, il viso seducente, i seni perfetti, il ventre sodo e rotondo, le lunghe gambe dalle cosce tornite; la ricca capigliatura è sormontata da una corona con quattro paia di corna, simbolo del più alto potere; nelle mani regge i nodi della regalità divina; ha sulla schiena un paio d’ali, testimonianza della sua entità spirituale e, anzichè piedi, possiede artigli demoniaci, che poggiano sulla schiena di due leoni accovacciati. E’ accompagnata da una coppia di civette, creature notturne come lei.
Eppure, nonostante la sua natura ìnfera, si intuisce che l’artista che l’ha scolpita l’ha amata, perché nulla in lei è orrido o immondo e, a dispetto delle sue ali piumate e i suoi artigli grifagni, spira da tutta la sua figura, a distanza di migliaia di anni, il soffio dell’erotismo. Ella era certo un dèmone, ma viveva ancora in lei tutta la femminilità che nei millenni precedenti ne aveva fatto oggetto di culto.
Assai diversa dalle conturbanti Lilitu e Ardat-Lili era la terribile Lamashtu, un’altra diavolessa mesopotamica, desiderosa di maternità ma sterile, la quale colpiva le sue vittime con violente febbri.
Essa aveva fattezze disgustose: il suo volto era pallido, la sua testa leonina, il suo corpo era peloso, i suoi denti e le orecchie erano quelli di un asino e il membro (molto probabilmente una clitoride eccezionalmente sviluppata) simile a quello della pantera. Questo dèmone femmina ululava e ruggiva come un animale selvatico, reggendo nelle mani spire di serpenti e sbavando dalle fauci. Come se tutto ciò non bastasse, ai suoi seni nudi erano perennemente attaccati un cane nero e un maiale, i quali mordevano ferocemente i capezzoli aridi. Il diabolico spirito femmina aveva una spiccata preferenza per i bambini e le donne incinte, che faceva regolarmente abortire strappando il feto dal loro ventre: essendo sterile, era anche invidiosa delle gravidanze altrui.
Nel suo vagolare non disdegnava comunque né gli uomini, né gli animali e neppure le abitazioni, dove si insediava volentieri, essendo stata a suo tempo scacciata dalla divina casa paterna, a causa della sua insopportabile malvagità.
Era una diavolessa molto temuta, soprattutto perché, a causa delle precarie condizioni igieniche del tempo, faceva strage di infanti, di gravide e di puerpere.
Per tenerla lontano ci si premuniva di amuleti protettivi da portare al collo o cuciti sui vestiti. Su uno di questi amuleti è stata rinvenuta una formula esorcistica contenente i sette nomi di Lamashtu: “Figlia di Anu (padre di tutti gli dèi)”, “Sorella delle divinità delle Strade”, “Clava che fende il cranio”, “Colei che provoca l’infiammazione”, “Divinità dal volto ceruleo”, “Adottata da Ishtar (era una delle sue figlie)”, “Nel nome dei grandi dèi che tu sia esorcizzata, spicca il volo con gli uccelli del cielo”.

Comunque, a dispetto dell’orrida Lamashtu, l’affascinante Lilitu babilonese doveva aver colpito l’immaginario ebraico di quattromila anni fa; infatti gli Ebrei la introdussero nella loro tradizione col nome di Lilith.

Dapprima la diedero in moglie al primo uomo, Adamo: entrambi erano stati plasmati nel fango primordiale, erano pertanto due creature uguali “Maschio e Femmina Egli li creò” Genesi 1,27. La prima compagna di Adamo non venne creata dopo di lui, e nemmeno dalla sua costola, ma nel medesimo istante e dalla stessa materia.
Ma i pii esegeti ebraici ebbero quasi subito un ripensamento e, poiché questa prima donna era orgogliosa, oltre che disinibita, e non aveva propensione all’obbedienza ed alla sottomissione, la scacciarono in un luogo arido, antesignano dell’inferno, dove Lilith, perso il suo ruolo di prima donna e assunto quello di diavolessa, cominciò a sfornare dèmoni (maschi) a ritmo vertiginoso.
Al neovedovo Adamo venne accoppiata la più remissiva Eva, dopo avere avuto l’accortezza di farla nascere da una costola dell’uomo, e non più plasmata dalla terra, così da toglierle per sempre l’idea di uguaglianza tra i sessi.
Riflettendo su questo mito ebraico è logico chiedersi per quale motivo gli Ebrei introdussero nella loro mitologia la sostituzione di Lilith con Eva, anziché ignorare completamente la prima a beneficio della seconda. Si potrebbe allora avanzare l’ipotesi che, in origine, le tribù che abitavano il deserto e che veneravano dèi maschi (solari), entrarono in contatto con popolazioni stanziali, che invece avevano divinità lunari (femminili): il primo approccio portò forse a matrimoni misti, conservando per un breve periodo la convivenza di entrambe le divinità (infatti, non pochi sono i riferimenti lunari nella cultura semita, come il computo del tempo, per citarne uno), ma in tempi successivi, come accadde in quasi tutto il resto del mondo, gli dèi degli uomini presero il sopravvento sulle dee delle donne, che finirono la loro esistenza come diavolesse o spiriti maligni.

Edited by Aily - 7/11/2005, 14:28
 
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view post Posted on 12/3/2008, 14:13
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Deeta Darks

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VOLUME°20
LILITH
Lilith è il nome della prima donna, sposa di Adamo, secondo la tradizione cabalistica. Lilith, in Mesopotamia, è conosciuta come un demone notturno, impegnato nell'arrecare danno ai bambini di sesso maschile. Lilith deriva dalla parola sumera lil (=vento), e non dalla parola ebraica laylah (=notte).
In seguito diviene un demone femminile che nella mitologia ebraica rappresenta tutti gli aspetti negativi della femminilità: adulterio, stregoneria e lussuria. Presente nel testo della Bibbia in Isaia 34,14, dove viene descritta come un demone del deserto, non viene mai indicata nella sua qualità di prima donna ad essere stata generata.(M.Luigia Spinosa-Divenire-presentazione R.Acanfora)
In Ebraico לילית lilith, e Accadico līlītu sono aggettivi femminili Nisba derivanti dalla radice Proto-Semitica LYL "notte", tradotti letteralmente nocturna, "essere/demone femminile della notte". Sayce (Hibbert Lectures, 145ff.), Fossey (La Magie Assyrienne, 37ff.) ed altri ripudiano l'etimologia basata sulla radice LYL e suggeriscono che in origine Līlīt fosse un demone della tempesta; tale ipotesi trae sostegno dalle iscrizioni cuneiformi citate da questi stessi studiosi. Ancora, l'associazione con la "notte" potrebbe essere dovuta ad una etimologia popolare. Il corrispettivo maschile accadico līlû non mostra alcuna suffisso Nisba e rimanda al Sumero (kiskil-)lilla.

Kiskil-lilla
Lilith viene identificata con ki-sikil-lil-la-ke4, donna demoniaca in Sumero, prologo della Epopea di Gilgamesh.



Il passaggio di Gilgamesh , alternativamente è stato accostato da alcuni al Rilievo di Burney (Norman Colville collection), il quale viene datato approssivamente al 1950 AC ed è una scultura di donna con gli artigli di uccello fiancheggiata da gufi.

La chiave di questa identificazione si trova negli artigli di uccello fiancheggiata da gufi. Mentre il rilievo può descrivere il demone Kisikil-lilla-ke del passaggio di Gilgamesh o di un'altra divinità, l'identificazione con Lilitu è meno coerente e probabilmente influenzata dal "fiancheggiata da gufi", traduzione del Bibbia del Re Giacomo. Un rilievo molto simile datato approssimativamente allo stesso periodo è conservato al Louvre (AO 6501).


Dopo questi rilievi, c'è uno iato di circa un millennio, e solamente nel IX secolo a.C. circa gli spiriti dalla figura vampiresca chiamati Lilu sono conosciuti dalla Demonologia Babilonese. Questi demoni femminili vagano nelle ore di oscurità, cacciando e uccidendo i neonati e le donne incinte. In Accadiano Lilitu forma una triade con Ardat Lili e Idlu Lil. Come detto in precedenza, sono stati originati come demoni di tempesta (dal sumero "Lil" = Aria o Vento), e l'associazione "notte" può essere una etimologia semitica popolare.

Il mito Sumerico più antico racconta la storia di come Adapa arrivi per rompere le ali del Vento del Sud, associato alle tempeste di sabbia estive che sempre hanno afflitto l'Iraq, dopo aver fatto voto di inimicizia all'umanità. Questo vento era associato a Ninlil ("Signora del Vento", da Nin = Signora, Lil = Vento) la moglie di Enlil (En = Signore, Lil = Vento), Re degli Dei. Un mito separato e frammentario descrive come Enlil rapì Ninlil, e come per punizione fu mandato nel mondo sotterraneo dominio di Ereshkigal (Eresh = Sotto, Ki = Terra, Gal = Grande). Ninlil, soffrendo il trauma del suo rapimento, dopo aver vagato nel mondo lo seguí nel mondo sotterraneo, facendo voto di vendetta contro il genere maschile. (Ninlil. (2006). Encyclopædia Britannica. Retrieved February 10, 2006, from Encyclopædia Britannica Premium Service [1])

Nel trasferimento dal mito Sumero a quello Babilonese Accadiano, è suggerito che Ninlil diventi Lilitu (-*itu diventa un denominatore Accadiano femminile), con i suoi due aiutanti selvaggi Ardat Lili e Idlu Lili (menzionati sopra).

Il "Lilith Prophylactic" di Arslan Tash (Aleppo National Museum), è ritenuto un probabile falso, ma se genuino potrebbe essere una placca del VII secolo a.C. indicante una creatura simile ad una sfinge ed una donna lupo nell'atto di divorare un bambino, con una iscrizione fonetica indicante la sfinge come Lili.
Lilith rappresentò, per molti secoli, tutti coloro che intendevano andare contro la Torah, e che volevano attaccare gli israeliti. In particolare Babilonia.
Più semplicemente è immagine dei vari culti pre-ebraici di stampo matriarcale.
Il suo nome è una derivazione dall'Accadico delle tempeste Lilitu, che a sua volta viene dal sumero Lill, la "donna tempesta". Nelle religioni neo-pagane simboleggia la liberazione della donna dalla cultura patriarcale.
Per quanto sia indicata come una donna dalla bellezza sovraumana cui è impossibile resistere viene raffigurata:coperta di peli, ossia priva della depilazione completa, come era uso nelle zone mediorientali , con zoccoli anziché piedi, chiaro simbolismo al suo legame con la luna; alle volte ha la coda da sirena ,si manifesta solo di notte ,ha lunghissimi capelli rossi, ricci pelle blu occhi di fuoco,ali, acquisite dopo aver pronunciato il nome segreto di Dio è immortale, avendo abbandonato l'Eden prima che Dio privasse l'umanità dell'immortalità .
Secondo la tradizione cabalistica Lilith fu la prima sposa di Adamo e fu da questo scacciata perché pretendeva di essere pari al marito. Esule nel deserto, divenne la sposa del demone Samael (che rappresenta il vento polveroso del deserto), un chiaro riferimento alla condizione dell'uomo soggetto a Lilith, cioè impotenza, sottomissione e debolezza. Nel deserto ricevette tre visite di tre angeli con la missione di ricondurla nell'Eden, ma lei rifiutò. Per punizione, ogni giorno uno dei suoi figli sarebbe morto. Così, per odio contro i figli di Eva, passò i suoi giorni ad uccidere i neonati nella culla togliendogli il fiato. Da ció deriva la tradizione, rimasta fino all'Ottocento, di disegnare un cerchio magico intorno alla culla coi nomi degli arcangeli protettori contro Lilith. Inoltre viene accusata di tentare giovani uomini nel sonno provocandogli le eiaculazioni notturne con cui genera i demoni (i jinn della tradizione araba).

GARGOYLE
Famose statue di pietra contro il male situate sulle grondaie degli edifici gotici. Si dice che in origine fossero spiriti della fecondità dominatori dell'acqua, ma nel primo strato dell'inferno appaiono con le sembianze di demoni inferiori con le ali e una pelle dura coperta di materia kichin, molto simile alla pietra. Nonostante si tratti di demoni inferiori, sia l'attacco con le loro zanne e unghie affilate che la loro capacità difensiva dovuta alla pelle dura rappresentavano caratteristiche piuttosto minacciose per gli uomini. Nella maggior parte dei casi si muovono in gruppo. Sono molto aggressivi nei confronti degli uomini.
Il vocabolo gargoyle italianizzato anche in gargolla deriva dal latino gurgulium, termine onomatopeico collegato al gorgoglìo dell'acqua che passa attraverso un doccione. Quest'ultimo venne in seguito trasformato nel francese gargouille con lo stesso significato per poi diventare l'odierno gargoyle.

Dal punto di vista architettonico un gargoyle (o doccione) è un sistema di scarico per l'acqua che si protende da un cornicione o da un tetto, con lo scopo di tener lontano l'acqua dai muri. A partire dal X-XI secolo iniziò a diffondersi in Europa l'utilizzo della pietra per il doccione. La spiritualità visionaria medioevale creò gargoyle di ogni sorta, da figure demoniache a facce gioconde, fino a creature metà uomini e metà bestie. La simbologia dei gargoyle è complessa e attinge dalle Sacre Scritture e dall'universo pagano. Il retaggio delle creature ibride greche e egiziane si mischiò nel medioevo all'universo mitico dei bestiari come il Physiologus, libri illustrati con descrizioni di animali fantastici di terre lontane. Gli architetti influenzati da tali testi crearono dei doccioni bestiali e affascinanti. Le caratteristiche degli animali immaginari furono reinterpretate in chiave cristiana. Alcuni studiosi hanno teorizzato che i gargoyle siano stati utilizzati come guardiani delle chiese per tenere lontano i demoni. Altri pensano che questi doccioni simboleggiassero demoni, da cui i passanti avrebbero trovato scampo in chiesa.

Il drago Gargouille
Una leggenda francese parla di un drago chiamato Gargouille, che possedeva ali e corpo da rettile; viveva in una caverna nei pressi della Senna e si placava soltanto con offerte sacrificali annuali. Intorno al 600 giunse a Rouen un sacerdote di nome Romanus (futuro arcivescovo di Rouen), che promise di liberare il paese dal drago in cambio della conversione di tutti i cittadini e la costruzione di una chiesa. Romanus sottomise il mostro con il segno della croce ed esorcizzandolo, e lo portò fuori dal paese legato a un guinzaglio fatto con la sua tonaca. Gargouille fu bruciato su un rogo, ma il collo e la testa non bruciarono e vennero perciò staccati dal corpo e posti sulle mura di Rouen, divenendo così il modello per i gargoyle.
Nei giochi di fantasia (HeroQuest o Dungeons & Dragons) rappresenta spesso un mostro malvagio, con la capacità di fingersi statuario oppure che assume forma statuaria quando assopito e capace di risvegliarsi in determinate condizioni.




BEELZBUB- IMPERATORE DELL'INFERNO
A un livello di oltre 1.000.000 (oppure Beelzeboul, Belzebuth, Beelzebuth)

E' un potente e nobile primo ministro dell'inferno. Dopo il re malefico Satana è fra i personaggi più potenti dell'inferno. Alcuni credono che sia addirittura più forte di Satana. E' l'imperatore sovrano dell'impero dell'inferno. Il suo nome si trova spesso nel Vangelo di Matteo e nella Bibbia, dove Cristo lo definisce "il capo dei demoni". Un altro nome molto famoso con cui è conosciuto è "re delle mosche". In origine era una divinità del popolo di Canaan: Baalzebub, che in seguito si trasformò nel dio della Montagna di Cacca, ovvero in un vecchio dio maligno a cui vennero offerti sacrifici per lungo tempo. E' uno dei simboli di Mercurio e fra i sette peccati capitali corrisponde al secondo peccato, dell'"invidia" o "ingordigia". Nell'opera "Clavicola vera" scritta da Solomone, appare come vitello gigantesco o come un caprone dalla coda molto lunga, ma viene anche descritto come un toro con la coda di un drago o di una pantera ecc... come tutti gli altri demoni. Tuttavia, fra queste rappresentazioni, quella più famosa lo ritrae come una mosca enorme. E' il più sagace fra i demoni, fu l'unico a riuscire ad arrivare a Mercurio quando i demoni persero la guerra della Genesi (uno degli esseri viventi terrestri che si muove più velocemente degli altri è proprio la mosca. Dicono che esista anche una raza caratterizzata da una velocità di movimento addirittura superiore a quella della luce).

Detto anche Beel-zebub, a seconda della etimologia assume significati diversi. Da Bàalzebub significa "signore delle mosche", da Bàalzebul significa "signore della casa" o "signore degli inferi". Era una divinità filistea adorata in Accaron. Nel Nuovo Testamento è diventato il Principe dei Demoni. È il Monarca dell'Inferno, di cui Satana è il Capo della Opposizione. Appartiene alla quinta classe di demoni. Sulla terra è il capo delle streghe e dei maghi. È la potenza malefica, il più importante e molesto dei demoni, il Principe dello Inferno. Come Dio delle Mosche, gli si facevano sacrifici bruciando sugli altari materie fetide, il cui fumo scacciava le mosche ed in tal modo si liberava il mondo. Gli scrittori sacri lo presentano orrido e spaventevole, talvolta alto come una torre, talaltra con dimensioni umane; alcuni la raffigurano come un serpente, altri ancora gli danno le fattezze di una bella donna. La figura del Diavolo e dei suoi diversi nomi è trattata in modo ampio ed esauriente nella Dottrina Segreta.


RICERCA EFFETTUATA DA KEN1989
 
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view post Posted on 20/1/2010, 22:46
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Deeta Darks

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In tempi recenti Lilith è assurta al simbolo della femminilità schiacciata dalla prepotenza della cultura patriarcale maschilista, per cui viene particolarmente considerata nella cultura della Wicca[senza fonte]. Infatti c'è una leggenda secondo cui Lilith fu la prima donna creata, la prima compagna data da Dio ad Adamo. Ma Dio la cacciò dal paradiso terrestre perché rifiutava di sottomettersi ad Adamo, anche in ambito sessuale, rifiutando che fosse sempre e solo lui a possederla. Una volta scacciata Lilith vagò sulla terra e generò con Satana (qui simbolo della ribellione) le passioni umane.


Per quanto sia indicata come una donna dalla bellezza sovrumana cui è impossibile resistere viene raffigurata:

coperta di peli, ossia priva della depilazione completa, come era uso nelle zone mediorientali
con artigli da rapace anziché piedi, chiaro simbolismo al suo legame con la luna; alle volte ha la coda da sirena
si manifesta solo di notte
ha lunghissimi capelli rossi, ricci
pelle blu
occhi di fuoco
ali, acquisite dopo aver pronunciato il nome segreto di Dio
è immortale, avendo abbandonato l'Eden prima che Dio privasse l'umanità dell'immortalità


Nell'immaginario moderno

Il titolo di Fata Lilith fu preso dalla leggenda di Lilith come prima moglie di Adamo, onorandola nell'immaginario moderno come icona femminista: nella tradizione si rivela infatti una donna forte, che non piega la propria volontà a quella dell'uomo.

Nel tardo XIX secolo, l'autore dello Scottish Christian George MacDonald incorpora la storia di Lilith come prima moglie di Adamo e predatrice dei figli di Eva in una mitologica novella fantasy in stile Romantico. La descrive anche come figura bisognosa della redenzione Divina.

Ne Le cronache di Narnia, di C. S. Lewis, il principale antagonista, la Strega Bianca, viene descritta come discendente di Lilith.

Nel gioco Vampiri: la masquerade, si dice che Lilith fosse stata sorella e amante di Caino e Abele (oltre che causa dell'uccisione di Abele).

Nel gioco Diablo II, compare come mostro da combattere nel Pandemonium Event nei reami di Battle.net. È sorella di Andariel, signora dell'angoscia.

Nel libro Il diario del Professor Abraham Van Helsing, pubblicato da Allen Conrad Kupfer, Lilith viene citata con diversi nomi come Malia, Lamia o Lilitu, ed è una vampira. Viene più volte menzionato il fatto che fosse incredibilmente affascinante e che avesse il potere di controllare i maschi con il solo sguardo. La si delinea con occhi rossi e lunghissimi capelli ricci rossi. Nel libro la vampira ha anche il potere di controllare la natura (o, per meglio dire, alcuni animali come lupi e pipistrelli).

Nel concept album Visions of Eden dei Virgin Steele Lilith è una divinità che ha contribuito alla creazione ed è stata la prima moglie di Adamo.
Lilith appare come una succube nel De Arte Magica di Aleister Crowley

Nella serie d'animazione giapponese Neon Genesis Evangelion Lilith, il secondo angelo, è concepita come la progenitrice del genere umano; Lilith, relegata nelle estreme profondità del Terminal Dogma del quartier-generale della Nerv, appare come un essere gigantesco: le sue mani sono inchiodate ad una croce che ricorda quella di Cristo, ed il suo addome è trafitto dalla Lancia di Longino.

Nel fumetto Gea di Luca Enoch è presente la terna di demoni Lilu, Lilitu e Ardat Lili, che tramano contro la razza umana per il possesso della Terra. Lo stesso autore utilizza il nome di Lilith per la protagonista di una sua altra opera, per l'appunto Lilith.

Nel fumetto Jeff Hawke di Sidney Jordan, l'episodio Il mistero di Shorty vede Lilith fondatrice di una colonia spaziale popolata da donne avvenenti e crudeli. Lilith giace in eterna animazione sospesa per essere destata dal protagonista. La distruzione della cella criogenica la trasforma da donna avvenente in mostro, nella "vera Lilith". L'intervento insperato degli angeli Sanvi, Sansavi e Samangelaf salva l'eroe da una morte certa.
Dana International, controversa cantante israeliana, ha inserito nel suo ultimo album "Ha Kol Ze Le Tova" una canzone dal titolo "BeReshit" (Genesi). Non nomina direttamente la demone, ma parla in prima persona come se lei stessa la impersonasse, dicendo, tra le altre strofe, «Genesi, era tutto così bello, ancora non erano stati inventati i peccati. Elohim, che splendido mondo hai creato, prima che i divieti arrivassero».

Nel telefilm Supernatural di Eric Kripke compare Lilith come il Demone più potente che i due fratelli protagonisti devono sconfiggere. Ha le sembianze di una bambina innocente.


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