Un corpo per Deeta

"Oh un po di cordialità. Mi chiamo Sergi e sono l'unico sopravvissuto di Fera. Volevo sapere dove andavate proprio per evitare che veniste delusi. Purtroppo la città è stata invasa e presto toccherà anche a Kanan., quindi se siete diretti a nord vi sconsiglio di farlo perchè... non c'è più nulla" concluse con un sorriso amaro.
"Stavo viaggiando verso sud e nel mentre avviso i passanti degli eventi"
La notizia non era di certo lieta perchè significava che Godbless era in pericolo e che il loro viaggio forse doveva già concludersi. Misa però non si sarebbe data pervinta e anche rischiando la vita,avrebbe raccattato il possibile per risollevare la propria bottega. Sergi non aveva detto che era tutto perduto ma che presto sarebbe arrivato qualcosa, quindi c'era ancora tempo anche se poco per arrivare.
"Quindi tornate indietro o proseguite?"

L'essere guardò Sergi "Puoi chiamarmi Karabas." mormorò continuando a fissarlo intensamente "Quindi tu sei sopravvissuto alla distruzione di Fera?" mormorò "Credo che la nostra decisione dipenda molto dalle risposte che ci darai, Sergi." alzò le spalle e quel gesto fece tintinnare le catene "Chi o cosa ha distrutto il tuo villaggio?" iniziò "Quando è accaduto?" continuò "Come hai fatto a scamparla?" terminò, incrociando poi le braccia sul petto ed osservando il ragazzo attendendo.

"Fera è stata invasa dagli spiriti dei morti. Zombi, scheletri e spiriti hanno infaso in una notte la città e in poco tempo tutti i suoi abitanti sono diventati come loro o sono svaniti. Io non mi trovavo al villaggio ma probabilmente sono stato il primo a farvi ritorno. Era giorno e passando per le strade notai subito che non vi era alcun movimento, poi tornato a casa ho... ho trovato i miei figli che stavano mangiando qualcuno, forse mia moglie o un vicino, non ho guardato. Sono subito scappato e presto ho visto tutti gli abitanti uscire dalle loro case o dal terreno e venire verso di me. Fortunatamente sono molto rapido e sono uscito dalle porte della città molto in fretta e quindi li ho seminati ... Mentre mi rifugiavo ho notato che il terreno stava morendo come se una grossa ombra oscura si allungasse su tutto e dove passava risvegliava i morti ed uccideva la vita. Per questo credo che presto anche Kanan verrà assalita."
Il racconto dell'uomo era molto convincente, tanto che Deeta si mise a piangere.

"Quindi qualcosa o qualcuno avrebbe sparso una specie di veleno che uccide la vita e rianima i corpi morti." mormorò pensoso l'essere "Interessante, ma tu non hai visto da dove provenisse l'ombra, immagino." continuò mentre muoveva qualche passo tornando verso Misa e Deeta "Sei fuggito e mentre fuggivi hai notato che quest'ombra si espandeva, facendoti pensare che potesse arrivare a Kanan. E allora sei fuggito ancora più a sud, giungendo fino al punto in cui ti abbiamo trovato." l'essere si voltò verso Sergi in uno sferragliare di catene "Non sembravi assolutamente qualcuno che stava fuggendo ed anzi, direi che risulta strano che qualcuno che fugge, si metta a seguire altri che vanno proprio verso ciò da cui è fuggito." si fermo in quella posizione "Un comportamento troppo strano per non creare sospetti, Sergi. Voi che ne dite chiese voltandosi prima verso le gambe di Misa e poi verso il prorompente seno che Deeta aveva sviluppato a causa dell'assurdo miscuglio di sostanze.

"Va bene. Va bene. Non credete alla mia storia; pensate che io vi dica delle menzogne. Va bene. Io vi ho avvertito, quello che dovevo fare l'ho fatto ed ora me ne torno ad avvisare altri passanti." Ovviamente non aveva preso bene la reazione di quel gruppo ma capiva che non tutti si sarebbero fidati del primo sempliciotto che passa. voltò loro le spalle con tono molto offeso e tornò dove lo avevano incontrato. Il gruppo proseguì quindi sulla sua strada in direzione di Kanan. Ci misero il tempo dovuto ma nell'andare effettivamente non videro nessuno andarsene ne che li precedeva ne alle loro spalle. L'unica persona incontrata dopo la finta notizia era stata Sergi.
La città di Kanan rumoreggiava come sempre e tutto era sereno. Entrarono dal portone d'ingresso e nessuno li accolse come eroi, anzi nessuno li accolse per nulla. Subito si insospettirono che quell'uomo avesse ragione ma perchè c'era tutto quel baccano?! Dubbi che furono ben presto sciolti dall'ingresso ad una delle vie principali dove la gente urlava per vendere la propria mercanzia o per saldare qualche conto in sospeso oppure semplicemente parlava.

L'essere calò bene il cappuccio sulla testa e si strinse nel mantello, le catene tintinnarono debolmente, mentre si accostava a Misa "Quasi , quasi preferivo la versione del ragazzo." mormorò, con evidente disagio dovuto alla folla "Sapete già da chi dobbiamo recarci per trovare quanto necessita per rifornire il negozio?" no... proprio non faceva per lui la vita movimentata di una città mercantile "Magari troveremo gli ingredienti che servono in una zona più tranquilla." suggerì con un vago tono speranzoso nella voce mentre girava la testa a destra e sinistra, come se aspettasse da un momento all'altro un qualche assalto

La gente iniziò a muoversi attorno a loro, molti li urtarono per passare, ma nessuno li derubo ne tantomeno rivolse loro parola.
Misa guardò attorno cercando di orientarsi tra quel mucchio di gente, la sua altezza non l'aiutava ma comunque individuò una via. Quando fece per smuovere i suoi compagni vide Karabas immobile ed inpaurito da tutta quella gente mentre Deeta osservava una bancarella di dolci o forse alcuni ragazzi li vicino.

L'essere annuì, iniziando a muoversi verso la maga. Non sembrava curarsi molto della folla e dei passanti che con la sua mole andava urtando, ora che aveva percepito la speranza di allontanarsi dalla calca. "Bene, tiriamoci fuori da questa bolgia in fretta."

I tre si fecero strada nella calca e raggiunsero la via ricercata. Era una classica via cittadina con le botteghe ai lati, le insegne, qualche passante e qualche bivaccatore dell'ultima ora.
"Avanti ancora, dopo il barbiere a sinistra..." queste le indicazioni che Misa si ripetè ad alta voce ed infatti dopo il barbiere svoltarono a sinistra e si trovarono in una via chiusa. Sui lati della via vi erano dei banchetti con diversi materiali, suvenir e oggetti metallici; non vi erano armi e nemmeno oggetti all'apparenza magica. Tra un muro e l'altro vi era un grosso drappo con su scritto "Montichal for good and fun"

"Ecco, siamo arrivati" disse Misa con un tono molto ratttristato

l'essere tiro un sospiro di sollievo, "Finalmente un po' di silenzio." mormorò iniziando ad osservare e mettere mano a vari oggetti "Tu sei convinta di trovare qui qualcosa di quello che serve?" chiese con poca convinzione e poi la sua attenzione fu incolpevolmente attratta dal attualmente prosperoso davanzale di Deeta "Pare che ancora gli effetti non regrediscano."" commentò, ma non sembrava particolarmente dispiaciuto della cosa "Anzi forse si sono ingrossate ancora un po'." continuava a parlare e fissare il seno della ragazza, mentre urtò qualcosa "E adesso chi è che ha messo qualcosa qui?" mormorò distogliendo finalmente l'attenzione da Deeta per notare di avere sbattuto contro... qualcuno, e non qualcosa.