Per un pugno di mosche, Villaggio Misa e Reina

[reazione strana la tua, ma proseguiamo]

I cacciatori continuarono a parlare tra di loro ed i cani ad abbaiare in direzione dell'interno della grotta. Uno di loro decise di entrare e fece qualche passo tendendo una balestra nel buio verso i due. Il cane si tranquillizzò improvvisamente e si sedette come a comando del padrone. Rimase ancora qualche secondo ad osservare il nulla nel silenzio e poi svoltare e tronare fuori alla luce del sole dai suoi compagni. La figura alle spalle di Misa era alta e lineare ma ben muscolata. La strinse ancora più forte quando capì che stava avendo paura ed ella si placò all'istante. Sfuggito il pericolo la liberò facendo perdere la sua presenza nel nulla. Ora misa era sola.

"Andiamo dolcezza!"
Dopo quelle parole una figura vestita con un abito largo saltò dal soffitto appoggiandosi a terra lievemente. La voce sembrava essere quella del ragazzo che evidentemente si era nascosto sul soffitto per sfuggire agli inseguitori. Conferma la ebbe quando egli si portò alla luce ed i suoi capelli lunghi e l'abito semplice si mostrarono per intero.
"Dolcezza, seguimi forza"

Edited by Raven84 - 31/10/2012, 14:40

Mentre riprendevano la loro strada egli gli diede le risposte desiderate.
"Non stanno inseguendo me, ma chiunque sia in questa vegetazione. Prima ti ho accennato al fatto che era iniziata la caccia, ricordi? La caccia è una tradizione di Menfis dove le 2 principali famiglie scendono in campo a caccia di alcuni mostri che vengono liberati tra questi alberi. I mostri in tutto sono 3 e nessuno conosce al loro forma o dimensione, quindi tutti sono un possibile target... bhe tutto quello che attira l'attenzione dei cani o che sembra sospetto. Eccetto ovviamente i membri delle famiglie, loro sono sospetti di loro...
La caccia dura per 2 giorni e chi abbatte più nemici vince il trofeo annuale che di solito è un terreno o la fedeltà dei rivali, ma quest'anno hanno promesso qualcosa di molto più divino.

Vedendo come ti muovi non mi sembri esperta di questa regione quindi meglio se mi segui se vuoi arrivare in città viva."
Le spiego queste e altre piccoli dettagli nel tragitto alzando o abbassando la voce a seconda della distanza e dei possibili pericoli.
"Nulla vieta che noi stessi siamo quei mostri, o che ne incontriamo uno" aggiunse sorridendo per poi essere sbalzato all'indietro.
"Ecco appunto..."

Un grosso albero iniziò a girarsi verso di loro sgretolandosi man mano alla loro vista e rivelandosi un nascondiglio per qualcuno.

Un mostro ne uscì buttandosi direttamente sul ragazzo che ne fu travolto cadendo a terra sotto il peso della sua zampa. Il mostro era un quadrupede con grosse zampe muscolose e lunghi artigli ricurvi, il muso era piatto e rugoso dal colore della carne. Due occhi smeraldi e prosperosi posizionavano ai lati del cranio che faceva intravedere alcuni resti di una criniera. Il corpo era verdognolo con chiazze marroni e molto magro. Non aveva una coda ma una piccola spina all'apparenza solida.

Il mostro urlò verso di lui e poi alzò lo sguardo verso Misa. Alzò il ventre e la spina crebbe divenendo un vero e proprio aculeo pronto ad abbattersi su di lui.

Il mostro affondò il colpo ma fu rimbalzato dalla potente magia di Misa. Ovviamente il mostro non ne fu molto felice e vedendosi sottrarre la presa non esitò a riattaccare per riprendersela. Con un leggero balzo caricò il braccio per colpire la ragazza ed allontanarla.
Il suo compagno di avventura aveva un volto terrorizzato e nemmeno quella magia che lo aveva salvato glielo fece cambiare. Sentendosi portare via osservò la bestia osservarli e contrattaccare
"Arriva!"

Il mostro colpì il getto che si stava formando spargendo a lato la sua consistenza e colpendo con essa anche Misa che però fu solo graffiata. Anche se non del tutto l'attacco aveva evitato di subire grossi danni. I graffi subiti però raggiunsero la carne ed ebbero uno strano effetto su di essa che iniziò a bruciare, forse il mostro aveva una sorta di acido sugli artigli o forse era solo più profonda della prima impressione. Misa continuò comunque ad allontanarsi con lo straniero tra le mani.
Il mostro fece altri fersi mostruosi e poi si alzò sulle zampe posteriori mostrandosi nella sua completa altezza. Sul ventre mostrava numerose ferite ed una strana forma di pretuberanza che sembrava agitarsi sempre più.

Il cuneo che aveva sul posteriore cambiò di nuovo forma divenendo una spece di sacca. Da esso fuoriuscì uno spruzzo diretto verso di loro. Il liquido verde entrò a contatto prima con la vegetazione attorno che subito si sciolse. Una parte giunse anche a contatto con i vestiti del ragazzo che si trasformarono in fumo ma per fortuna colpì un avanzo di stoffa. Misa cercò di accellerare il passo visto che questa volta era stata graziata, ma il ragazzo gli impediva troppo i movimenti così se voleva salvare entrambi doveva per forza cambiare strategia.
Il mostro si ricompose movendo di nuovo il ventre e pronto a colpire di nuovo.