Per un pugno di mosche, Villaggio Misa e Reina

"BINGO! La streghetta ha vinto il primo premio!"
A quelel parole i due si voltarono e videro il demone sicuro seduto sul piedistallo con una gamba a penzolone e l'altra appoggiata che lanciava in aria la sfera.
"Bhe, cos'è quella faccia?! Non pensavate micca che ero morto?!" disse sicuro nei loro confronti "Non potevo micca andarmene senza ricompensa"

I rimasero fermi ad osservarlo seppur in assetto guardingo per evitare nuovi trucchetti.
"Sarà... comunque pensavo meglio, la credevo più potente questo frammento dei cieli. Sono proprio una fregatura, scarsi nella guerra e scarsi nella strategia. Ah dimenticavo... " a quel punto proferì alcune frasi in lingua demoniaca ed attorno a lui si creò un buco nero che lentamente lo fece sprofondare. Ai margini di esso emersero delle piccole fiamme oscure e un simbolo magico tondo. I due non provarono nemmeno a muoversi visto che ormai avevano fallito e lo guardarono sparire nel suo mondo. Quando tutto terminò il portale si chiuse creando un forte vento che spense tutte le candele e fuochi magici che illuminavano la stanza e il corridoio. Immersi nell'oscurità corsero subito in superfice per paura di nuovi attacchi.

Purtroppo l'avventura era conclusasi con solo perdite. Il sacerdote era morto, la reliquia era stata sottratta, i demoni ora potevano accedere al villaggio e quindi a breve appresa la notizia sarebbe divenuto un villaggio fantasma. Ma infondo avevano dato il massimo, avevano perso compagni nella lotta e avevano affrontato un nemico al di sopra di ogni loro possibilità. Ora non restava che proseguire verso un altra meta, verso il primo insediamento del loro esercito per fare rapporto, riposare e soprattutto prepararsi a nuove battaglie.

[Se vuoi scrivere qualcosa sei libera. Se mai dimmi se qualcosa ti èa ncora in dubbio che quando scrivo il riassunto te lo spiego. So che è stata lunga e discontinua ma... mi è venuta male, tutto qua ]

"E noi proseguiremo il nostro viaggio per difendere l'umanità in questa guerra.
Ho sentito dire che nelle terre del mare c'è un ragazzo che senza usare la violenza sta ottenendo successi contro i nostri nemici, magari un giorno lo incontreremo..."


[La missone si conclude così. Abbiamo perso. Ovviamente avrai capito che non potevamo vincere visto il nostro avversario. Quindi ne io ne te potevamo fare molto al Belze; già pensare che lui stesso sia sceso in campo era un azzardo, se lo ferivamo o lo battevamo pure era un po troppo.
Quindi sia l'uomo che hai incontrato che il mostro nella grotta che quello alla fine non erano altro che manifestazioni della stessa persona. Anzi nella grotta era più una illusione che un corpo vero perchè lui era indaffarato nella cripta. Inutile dire che lui ha mangiato il mostro che ti ha attaccato e che quel mostro come i cani o altro erano solo mostri, nulla di ultraterreno.
In generale è andato tutto come +- avevo previsto, le poche scelte che hai fatto erano abbastanza pilotate e anche se non lo avessi fatte veniva comunque uguale la storia.
Le famiglie, la festa, era tutto solo di controno nulla di importante per la trama. Contestualizzavano.
La tua magia in teoria non sarebbe mai dovuta tornare perchè è stata assorbita da quella cosa viola e quindi sarebbe dovuta restare là, ma mi sembrava troppo crudele quindi ho optato per una interruzione momentanea. Perchè toglierti la magia?! Perchè il cattivo stava andando a prendere la reliquia e quindi i nostri amici in città potevano avvisarci degli eventi e quindi riportarci in città prima del dovuto. E se ricordi era tramite la magia che comunicavamo; quel fruscio che hai sentito era l'andata e ritorno appunto della magia e del contatto con i compagni.
Personalmente mi è piaciuta molto la fase della piazza dove ho avuto una bell'idea e ti ho spiazzato mi sa grazie alla tranquillità del sacerdote.
Il guerriero che era con noi, anche lui è stato preso dalla massa viola ma essendo morente non poteva espellerlo dal copro e quindi assorbito il potere magico ha iniziato ad assorbire le energie e quindi si è ingrossato da strozzarlo se non farlo scoppiare.]